Un team internazionale di ricercatori provenienti da Svezia, Singapore e Taiwan ha trattato due bambini con le “ossa fragili”, iniettando loro delle cellule staminali ossee mentre si trovavano ancora nel grembo materno.
I risultati del trattamento sono stati pubblicati sulla rivista Stem Cells Translational Medicine.
L’Osteogenesi imperfetta (OI) è una malattia ossea congenita che provoca la crescita stentata e ripetute fratture ossee estremamente dolorose. Le ecografie possono rivelare tali fratture già nei feti. I bambini sono stati trattati mentre in utero con delle cellule staminali mesenchimali, cellule del tessuto connettivo che possono formare e migliorare il tessuto osseo. Le cellule staminali sono state estratte dal fegato di donatori e benché fossero completamente estranee geneticamente, non c’è stato rifiuto e le cellule trapiantate sono state accettate come autologhe.
Nel 2005, un documento è stato pubblicato dal Karolinska Institutet in Svezia, che descrive come delle cellule staminali sono state iniettate a un feto di sesso femminile. Il presente studio descrive come la ragazza ha subito un gran numero di fratture e sviluppato la scoliosi fino all’età di otto anni; dopo di che i ricercatori hanno deciso di iniettarle un innesto fresco di cellule staminali dallo stesso donatore. Per i prossimi due anni la ragazza non ha subito nessuna nuova frattura e ha migliorato il suo tasso di crescita. Oggi prende lezioni di danza e partecipa regolarmente a scuola.
Un’ altra bambina affetta da OI, una ragazza di Taiwan, è stata trattata con le cellule staminali sempre a cura del team Karolinska Institutet e dei loro colleghi di Singapore. La ragazza, ha successivamente seguito una normale e senza fratture traiettoria di crescita fino all’età di un anno, quando si stabilizzo. A lei è stato dato un nuovo trattamento con delle cellule staminali fresche e la sua crescita ha ripreso. La ragazza ha iniziato a camminare e da allora non ha subito nuove fratture. Oggi ha quattro anni.
“Crediamo che le cellule staminali abbiano contribuito ad alleviare la malattia dal momento che nessuno dei bambini ha rotto le ossa per un periodo successivo agli innesti, e abbia aumentato il proprio tasso di crescita” ha detto il leader dello studio la Dottoressa Cecilia Götherström.
“Oggi, i ragazzi stanno facendo molto meglio che in assenza dei trapianti. OI è una malattia molto rara e manca di trattamento efficace, dunque è necessario uno sforzo combinato ed internazionale onde esaminare gli innesti di cellule staminali e stabilire se sono in grado di alleviare la malattia” termina la dottoressa.