Poeti e medici sanno che un cuore cicatrizzato non può battere piu come prima, ma la scienza della riprogrammazione delle cellule offre nuove speranze.
Un team d’ingegneri biomedici dell’Università della Michigan ha trasformato delle cellule comuni del tessuto cicatriziale in colonie di cellule del cuore. Questa loro scoperta potrebbe progredire il cammino verso la rigenerazione del tessuto che è stato danneggiato in un attacco di cuore.
Andrew Putnam, professore associato d’ingegneria biomedica ci spiega meglio: “Molti studi di riprogrammazione non considerano l’ambiente dove si ritrovano queste cellule, a dire il vero non considerano altro che i geni, ma è l’ambiente che può dettare l’espressione di questi geni“.
Per esplorare come l’ambiente delle cellule potrebbe migliorare l’efficienza della loro riprogrammazione, Yen Peng Kong, ha tentato di trasformare delle cellule cicatriziali o fibroblasti, in cellule del muscolo cardiaco.
Lui ei suoi colleghi hanno confrontato un gel commerciale morbido contenente fibrina di media rigidità, fatta di proteine che legano le piastrine onde formare coaguli di sangue, e collagene di alta rigidità, fatto di proteine strutturali.
Per iniziare la conversione delle cellule del muscolo cardiaco, Kong ha prima infettato i fibroblasti con un virus appositamente progettato che portava geni-transgenici espressi dalle cellule staminali.
Ingannate dal comportamento delle cellule staminali, i fibroblasti si sono trasformati in cellule progenitrici.
Dopo sette giorni, Kong ha cambiato la miscela che utilizzava per alimentare le cellule, aggiungendo una proteina che favorisce la crescita di tessuto cardiaco. Questo ha contribuito a spingere le cellule verso l’adozione dell’identità di muscolo cardiaco. Pochi giorni dopo, alcune delle nuove cellule hanno cominciato a contrarsi spontaneamente, segnando se stesse come cellule del muscolo cardiaco.
Questa transizione ha riscosso particolare successo nel mix di fibrina e di fibrina-collagene mix, che ha segnato un 50% di conversione in muscolo cardiaco.
La squadra deve ancora scoprire cosa è che rende esattamente la fibrina migliore nel sostenere le cellule del muscolo cardiaco e ci sono ancora un certo numero di sfide tecniche da superare prima che questo metodo ci permetterà di guarire un cuore sofferente!
Il documento si può trovare tra gli articoli di Nature’s Scientific Reports di dicembre, mentre lo studio è stato finanziato dall’American Heart Association.