Questi sono i rilievi di quanto emerge dai documenti prodotti dal Comitato scientifico del ministero della Salute:
- Dosi di cellule staminali minime, adatte ai topi ma non certo all’inoculazione in un essere umano
- Nessuna prova di differenziazione cellulare, ossia di trasformazione delle staminali iniettate in neuroni
- Nessun rispetto dei criteri di sicurezza nella produzione e nella conservazione delle cellule
- Nessun metodo messo in campo per lo screening di patogeni, in parole povere nessuna prevenzione di possibili infezioni
- Soprattutto il metodo non spiega come si riesca ad ottenere dalle cellule staminali mesenchimali i neuroni necessari a ottenere miglioramenti nelle patologie degenerative che Stamina Foundation sostiene di trattare.
La risposta di Davide Vannoni non tarda ma è tutt’altro che esaustiva: “La metodica Stamina è molto particolare e il fatto che siano considerate dosi da topo è da discutere, dipende dalla tipologia delle cellule, ma i nostri pazienti migliorano”.
Intanto parla la ministro Lorenzin e non va leggera: “Io credo che il lavoro del Senato sulla questione Stamina sia molto importante. Questa è una vicenda che il Paese si porta appresso da molto tempo, sono ormai 3 anni. Noi abbiamo lavorato con il massimo rigore e la massima serietà, soprattutto nel rispetto delle famiglie. Mi preoccupano moltissimo i risvolti giudiziari: ogni giorno emergono elementi inquietanti e uso questo aggettivo perché’ sto parlando da ministro, altrimenti utilizzerei altri aggettivi. Vogliamo assolutamente che si faccia chiarezza, sia dal punto di vista giudiziario, e questo è un diritto per tutti, sia dal punto di vista sanitario, accertare quello che è accaduto, quello che sta accadendo ai pazienti. Noi avevamo già istituito un comitato scientifico che aveva bocciato Stamina, decidendo che il metodo che ci avevano consegnato non aveva alcuna valenza scientifica e che è pericoloso per i pazienti. Dopodiché’, è stato fatto un ricorso al Tar, Stamina Foundation ha vinto questo ricorso e ci stiamo attenendo alla legge istituendo un nuovo Comitato che dovrà dare una nuova valutazione. Voglio dire con chiarezza alle famiglie e ai pazienti che non sono sole, ho messo a disposizione, come Ministero, a queste famiglie la possibilità di ricorrere a cure alternative, palliative, quindi le famiglie non sono sole. Questa vicenda però ci deve essere di monito, per due aspetti. Il primo, è che non dobbiamo dimenticare il valore del metodo scientifico, che non ha nulla a che vedere con la ricerca del consenso politico, ma è un valore assoluto. Troppi parlano di cose che non conoscono”.
Infine l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) risponde NO alle richieste di accesso alle cellule prodotte secondo il metodo Stamina a Brescia che prevedevano lo spostamento del materiale biologico fuori dagli Spedali Civili di Brescia per eseguire i test. L’Aifa ha detto no al trasporto e ha diffidato gli Spedali Civili di Brescia “dal procedere al prelevamento e al conseguente trasferimento di campioni cellulari riferibili al cosiddetto metodo Stamina”.