Una nuova generazione di farmaci anti-tumorali potrebbe utilizzare il veleno di api, scorpioni e serpenti, questo, almeno, è quanto è emerso da uno studio che è stato presentato al 248esimo Meeting Nazionale dell’American Chemical Society.
I ricercatori hanno realizzato un metodo grazie al quale queste sostanze riescono a rivolgersi esclusivamente alle cellule cancerogene con ridotti effetti collaterali.
Dipanjan Pan, il ricercatore che ha condotto lo studio ha spiegato che, per curare il cancro al seno, hanno usato tossine di questi veleni in piccolissime particelle nanometriche. “Queste particelle, – dice Pan – che si mimetizzano nel sistema immunitario, portano la tossina direttamente alle cellule tumorali, risparmiando il tessuto normale”.
In particolare nel veleno delle api è presente una sostanza, chiamata melittina, che sintetizzata in laboratorio e iniettata, sarebbe in grado di agire sulle cellule staminali del cancro, bloccando la loro crescita e la diffusione.
In pratica la sostanza nociva e le cellule nocive si annullano e non ci sono effetti collaterali per le cellule sane. Le potenzialità di questo farmaco lasciano intravedere prospettive del tutto inedite. Le tossine contenute nel veleno si legano alle cellule staminali del cancro e ne bloccano crescita e diffusione. Una dinamica che potrebbe essere riprodotta anche con veleni sintetizzati. La sperimentazione sugli uomini potrebbe cominciare entro 3-5 anni, preceduta, come da protocollo, da quella sui ratti.