Le relazioni di un nuovo tipo di cellula staminale, prodotto semplicemente ponendo sotto stress delle cellule mature di topo, ha fatto nascere delle aspre polemiche subito dopo la loro pubblicazione su Nature il 30 gennaio scorso.
Haruko Obokata del Centro RIKEN di biologia evolutiva a Kobe, in Giappone è stata costretta a una ritrattazione (per almeno uno dei due studi). Ma la polemica ha lasciato aperta una questione fondamentale: il fenomeno, noto come l’acquisizione di stimolo di pluripotenza, o STAP, esiste?
La risposta, secondo i resoconti dei media giapponesi sui risultati dei test genetici sulle cellule utilizzate negli esperimenti STAP, è NO.
Nel mese di marzo, uno dei co-autori della relazione STAP, Teruhiko Wakayama di Yamanashi University, ha fatto una semplice analisi genetica e ha scoperto che alcune delle linee di cellule staminali presunti STAP si fossero prodotti al di fuori degli esperimenti descritti nei documenti e non corrispondevano al ceppo di topo da cui sarebbero dovuto essere derivate.
Ciò significa che tali cellule provenienti da un topo diverso da quello sostenuto, suggeriscono una contaminazione. Ma la cosa non era stato segnalato sulla rivista Nature. Per verificare i suoi risultati, Wakayama ha inviato circa 20 linee di cellule staminali, compresi i campioni degli otto riportato sui giornali, a un team di analisi genetica indipendente, per delle prove più precise.
Secondo i resoconti dei media giapponesi, i risultati di questi test sono stati ora inviati a RIKEN, e l’istituzione ha subito riconosciuto colpevole la ricercatrice Obokata di cattiva condotta. Essi concludono che nessuna delle linee di cellule staminali STAP corrisponde ai ceppi originali di topo da cui sono stati presumibilmente prelevati, mettendo in discussione il fenomeno STAP.
Wakayama afferma di voler rilasciare i propri risultati dettagliati durante una conferenza stampa a breve mentre a RIKEN pensano di arruolare nuovamente Obokata e offrirle la possibilità di riprodurre i risultati STAP.