Gli scienziati del Princess Margaret Cancer Center in Canada hanno scoperto un nuovo promettente approccio per il trattamento del cancro del colon-retto “disarmando” il gene che guida l’auto-rinnovamento delle cellule staminali che sono la causa principale della malattia, della resistenza al trattamento e della recidiva. Il cancro colon-rettale è la terza causa di morte per cancro nel mondo occidentale.
“Questo è il primo passo verso l’applicazione clinica dei principi della biologia delle cellule staminali del cancro onde controllare la crescita del cancro e promuovere lo sviluppo di cure di lunga durata” ci dice il ricercatore principale Dott. John Dick riguardo ai risultati pubblicati online su Nature Medicine.
Il Dott. Dick pioniere nel campo delle cellule staminali del cancro è stato il primo ad identificare le cellule staminali leucemiche (1994) e le cellule staminali del cancro del colon (2007). Egli è anche noto per aver isolato una cellula staminale del sangue umano nella sua forma più pura – una singola cellula staminale in grado di rigenerare l’intero sistema sanguigno – aprendo la strada per l’uso clinico (2011).
In esperimenti pre-clinici, il team di ricerca ha replicato il tumore del colon umano nei topi per determinare se mirare specificatamente alle cellule staminali, era clinicamente rilevante. In primo luogo, i ricercatori hanno identificato che il gene BMI-1 (già implicato nel mantenimento delle cellule staminali in altri tumori) è il principale regolatore delle cellule staminali del cancro del colon e guida il loro ciclo di auto-rinnovamento, proliferazione e sopravvivenza. Successivamente, il team ha utilizzato una piccola molecola inibitore per bloccare con successo il BMI-1, dimostrando così la rilevanza clinica di quest’approccio.
Il Dott. Antonija Kreso commenta: “L’inibizione di un riconosciuto regolatore di auto-rinnovamento è un approccio efficace per controllare la crescita del tumore, fornendo una forte evidenza per la rilevanza clinica dell’auto-rinnovamento come un processo biologico per il targeting terapeutico“.
Il Dott. Dick aggiunge: “Quando abbiamo bloccato il BMI-1, le cellule staminali non sono state in grado di auto-rinnovarsi, il che ha portato a lungo termine a un’irreversibile compromissione della crescita tumorale. In altre parole, il tumore è stato “spento” definitivamente”.
La Dott. Catherine O’Brien, infine, termina: “Il potenziale clinico di questa ricerca è emozionante perché associa un valido modo per sviluppare un trattamento mirato per i pazienti affetti da cancro del colon. E’ già noto che circa il 65% di loro contiene il biomarker BMI-1. Con il “bersaglio” ormai individuato, e un modo sicuro per affrontarlo, questa conoscenza potrebbe facilmente portare nei primi test umani onde fornire un trattamento più personalizzato del cancro“.