Un nuovo studio pubblicato nel giornale Stem Cells Translational Medicine mostra come molti pazienti con difetti al cranio, al viso o all’osso della mascella possono beneficiare di chirurgia ricostruttiva che unisce le cellule staminali prelevate dal tessuto adiposo (grasso).
Questi difetti possono essere a causa di malformazioni congenite, come il labbro leporino e la palatoschisi, o per lesioni traumatiche o in seguito a interventi chirurgici per rimuovere un tumore. L’uso del proprio midollo è ancora considerato il “gold standard” per ricostruire questi difetti, ma questo richiede un ulteriore intervento chirurgico per raccogliere l’osso per la procedura ricostruttiva.
“A nostra conoscenza, questo studio rappresenta la prima applicazione GMP per le cellule staminali derivate da tessuto adiposo autologo nel trattamento dei difetti in vari siti dello scheletro cranio-maxillo-facciale“, ha detto il ricercatore principale dello studio, George K. Sándor dell’Università di Tampere (UT) in Finlandia.
Questo studio propone di esaminare l’esperienza di 13 persone con difetti dei tessuti duri a quattro anatomicamente diversi siti: il seno frontale (tre casi), le ossa del cranio (cinque casi), la mascella (tre casi) e il setto nasale (due casi).
Le cellule staminali sono state raccolte dal tessuto adiposo nell’addome di ogni paziente, trattate in laboratorio e poi seminate su materiali riassorbibili per l’impianto nel paziente. I ponteggi sono stati costruiti sia con vetro bioattivo o β-TCP (un innesto sostituto osseo). In alcuni casi è stata aggiunta una proteina chiamata rhBMP-2, che svolge un ruolo importante nello sviluppo di osso e cartilagine.
I risultati sono stati promettenti. Tutti e tre i casi del seno frontale e tre dei cinque casi di difetti cranici sono stati trattati con successo. Una delle due perforazioni del setto è fallita dopo un anno a causa di un’infezione derivante dal comportamento del paziente, ma l’altro è guarito con successo.
Anche i tre pazienti con difetti della mandibola hanno avuto buoni risultati, infatti, due di loro hanno scelto di avere impianti dentali posizionati direttamente nei trapianti di cellule staminali, dopo la guarigione, permettendo a questi pazienti di godere ancora una volta di una dieta normale.
Il Dott. Miettinen ha affermato che i prossimi passi dovrebbero coinvolgere più studi sugli animali e il monitoraggio dei risultati a lungo termine negli esseri umani.
“Questa serie di casi, che coinvolgono vari siti di difetto, illustra il potenziale di sostituzione ossea in laboratorio per evitare il prelievo osseo dal paziente“, ha commentato, infine, Anthony Atala direttore di Stem Cells Translational Medicine e direttore del Wake Forest Institute per la medicina rigenerativa.