Una proteina che alimenta una via infiammatoria non si spegne nel cancro al seno, con un conseguente aumento delle cellule staminali del cancro. Questo fornisce un potenziale bersaglio per il trattamento del cancro al seno cosiddetto triplo-negativo, la forma più aggressiva della malattia.
I ricercatori, dell’University of Michigan (UM) Comprehensive Cancer Center di Ann Arbor e la Georgia Regents dell’Università di Augusta, hanno identificato una proteina, la SOCS3, che è altamente espressa nelle cellule normali, ma non rilevabile nel cancro di tipo triplo-negativo al seno. Essi hanno dimostrato che questa proteina è degradata nei tumori, bloccando il “pulsante off” cellulare che coinvolge la proteina infiammatoria interleuchina-6 (IL-6). Quando l’interruttore non viene spento, permette alle cellule staminali del cancro di crescere.
“Abbiamo saputo per lungo tempo che ci sono importanti legami tra infiammazione e cancro, tra cui percorsi simili che regolano le cellule staminali normali e tumorali“, ci dice l’autore dello studio Max S. Wicha, direttore del Comprehensive Cancer Center UM.
“Questo lavoro aiuta a spiegare perché queste vie si spengono nei tessuti normali dopo l’infortunio, ma rimangono attive nei tumori, con un conseguente aumento delle cellule staminali del cancro. Inoltre, essi suggeriscono che bloccando questi cicli infiammatorii può essere un mezzo per colpire le cellule staminali del cancro, migliorando le probabilità del paziente“, ha continuato Wicha.
Attualmente, non esistono terapie molecolari mirate, volte a curare il cancro al seno triplo – negativo, che è un tipo di cancro negativo per il recettore degli estrogeni, il recettore del progesterone, e il recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER2); tutti bersagli chiave per le terapie correnti. I pazienti con questa forma della malattia tendono ad avere i risultati peggiori.
I ricercatori hanno anche testato un farmaco, il bortezomib, in modelli murini di cancro al seno triplo-negativo ed hanno trovato che riesce a fermare la degradazione delle proteine, con conseguente intercettazione del ciclo infiammatorio, il che riduce le cellule staminali del cancro, bloccando così le metastasi. Il Bortezomib è attualmente approvato per il trattamento del mieloma multiplo.
“Ora che abbiamo mostrato come l’infiammazione è regolata nel cancro al seno triplo-negativo, ci aspettiamo che i nostri studi possono essere tradotti anche in clinica. I farmaci utilizzati per bloccare questi messaggeri chimici sono già approvati per il trattamento dell’artrite reumatoide e di altre malattie infiammatorie, il che dovrebbe facilitare il loro uso nel cancro“, sostiene l’altro autore dello studio Hasan Korkaya, assistente professore presso il Georgia Regents University Cancer center.
Ulteriori test di laboratorio sono necessari prima di una sperimentazione clinica. I ricercatori sospettano inoltre che questo percorso può essere applicabile anche ad altri tumori. Non ci resta che aspettare i risultati.