Trapianto di staminali per combattere la cecità

I pazienti affetti da degenerazione maculare (grave patologia che provoca una cecità progressiva) hanno recuperato parzialmente la vista grazie ad un trapianto di cellule staminali embrionali negli occhi.

È quanto emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista ‘Lancet’ e firmata da Robert Lanza, direttore dell’Advanced Cell Technology (Usa). La ricerca avrebbe dimostrato per la prima volta che il trapianto di cellule staminali embrionali umane è sicuro e può dare buoni risultati a lungo temine nella ‘riparazione’ di alcune forme degenerative dell’occhio.

I ricercatori hanno usato queste cellule per riparare la retina malata di pazienti la cui vista era gravemente compromessa. Secondo il lavoro, che ha coinvolto 18 pazienti (giovani con distrofia retinica di Stargardt e anziani con forme di degenerazione maculare) la metà dei pazienti a tre anni dall’intervento ha riacquistato una visione parziale. Ma soprattutto i pazienti non hanno avuto nessun effetto avverso in 36 mesi di osservazione. 

“I nostri risultati dimostrano come le cellule staminali siano sicure ed efficaci nell’alterare la progressiva perdita della vista che colpisce le persone affette da malattie degenerative – commenta il professor Schwartz, uno dei coordinatori dello studio – È un passo emozionante verso la possibilità di utilizzare ampiamente le cellule staminali embrionali (chiaramente derivate da fonti sicure) per il trattamento di numerosi disturbi medici”.

Ricordiamo che le cellule hESC sono state scoperte nel 1998 e da allora il loro uso sperimentale come terapie contro le patologie umane ha sempre suscitato molti dibatti tra favorevole e contrari, questi ultimi per motivi bioetici. “Ora, abbiamo il ”follow-up“dei pazienti trattati che si estende per più di 3 anni – sottolinea lo studio – e che mostra sia la sicurezza che l’efficacia delle hESC. Ma molto lavoro rimane da fare prima che le cellule embrionali umane e le staminali pluripotenti indotte possano essere usate nella pratica clinica”.